Il Giorno della Memoria

Riflessioni sul Giorno della Memoria, per gli alunni della Scuola Secondaria di I grado a cura della Professoressa Gabriella Rizzo | Homework & Muffin

I Anno, II Anno, III Anno | 27 Gennaio 2020 | Tags:

Il 1° novembre 2005 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite designò il 27 gennaio come Giorno della Memoria per ricordare le vittime dell’Olocausto.

Oggi in questa pagina del mio blog non ho intenzione di raccontarvi ciò che è stato, ma ciò che non è accaduto …

In questa giornata non basta raccontare la storia, i molteplici racconti dei sopravvissuti, gli eventi infausti di un popolo sacrificato a un dolore indescrivibile.

Ogni anno illustriamo le fasi del genocidio ebraico, il diabolico piano di Hitler e dei gerarchi del nazifascismo, spieghiamo il significato del termine Shoah, analizziamo poesie e testi con cui poeti e scrittori hanno testimoniato ciò che hanno vissuto sulla propria pelle.

E poi cosa ricordano veramente i nostri alunni?

Ai nostri ragazzi, oltre a questo, bisognerebbe spiegare ben altro …

Liliana Segre ha detto:« Si deve onorare la memoria conoscendo la storia».

Giustissimo!

Ma la storia non è fatta solo di date, fasi e leggi.

La storia è maestra di vita quando capiamo non come è successo, ma quando ci chiediamo il perché sia successo.

Oggi ho proposto ai miei alunni del secondo anno un’intervista della Senatrice a vita e ho basato l’intera lezione su un argomento spesso affrontato nelle sue riflessioni: l’indifferenza.

Partendo dalle leggi razziali, fino ai ghetti e infine alla deportazione di massa, tutto è passato agli occhi delle persone, come se fossero stati degli igna(v)(r)i spettatori di una tragedia immensa.

E ancora potremmo aggiungere seguendo le parole della Segre:«L’indifferenza racchiude la chiave per comprendere la ragione del male; l’indifferenza è complice dei misfatti peggiori; l’indifferenza uccide».

La storia, miei cari ragazzi, è magistra vitae quando insegna a non commettere mai più gli stessi errori.

Chiedetevi perché l’essere umano continui a inciampare sugli stessi sbagli.

Domandatevi se siamo migliori di chi nel lontano 1935 in Germania o nel 1938 in Italia accettò le leggi razziali, oggi che rifiutiamo di aiutare persone venute da lontano facendoci scudo con i luoghi comuni, con i pregiudizi, ossia con l’ignoranza.

Vorrei insegnarvi a crescere con i giusti valori, con una propria personalità, consapevoli di voi stessi, corretti nei confronti dell’altro.

C’è ancora tanto da fare …

Credo che noi insegnanti non dobbiamo perderci d’animo, ma dobbiamo portare avanti la nostra missione di educatori e di formatori.

«È un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo. Mi è impossibile costruire tutto sulla base della morte, della miseria, della confusione. Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte l’avvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure, partecipo al dolore di milioni di uomini, eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto si volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno l’ordine, la pace e la serenità.

Intanto debbo conservare intatti i miei ideali; verrà un tempo in cui saranno forse ancora attuabili».

Scriveva una fiduciosa quindicenne nel suo alloggio segreto …

Gabriella

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