Il proemio dell’Odissea

Il proemio dell'Odissea, approfondimento di Italiano per gli alunni del I anno della Scuola Sec. di I grado a cura di Gabriella Rizzo | Homework & Muffin

I Anno | 10 Aprile 2019 | Tags:

Oggi vi presento un’analisi molto semplice del proemio dell’Odissea.

«Narrami, o musa, dell’eroe multiforme, che tanto
vagò, dopo che distrusse la Rocca sacra di Troia:
di molti uomini vide le città e conobbe i pensieri,
molti dolori patì sul mare nell’animo suo,
per riacquistare a sé la vita e il ritorno ai compagni.
Ma i compagni neanche così li salvò, pur volendo:
con la loro empietà si perdettero,
stolti, che mangiarono i buoi del Sole
Iperione: ad essi tolse il dì del ritorno.
Racconta qualcosa anche a noi, o dea figlia di Zeus.
Tutti gli altri, che scamparono la ripida morte,
erano a casa, sfuggiti alla guerra e al mare:
solo lui, che bramava il ritorno e la moglie,
lo tratteneva una ninfa possente, Calipso, chiara tra le dee
nelle cave spelonche, vogliosa d’averlo marito.
E quando il tempo arrivò, col volger degli anni,
nel quale gli dei stabilirono Che a casa tornasse,
ad Itaca, neanche allora fu salvo da lotte
persino tra i suoi. Gli dei ne avevano tutti pietà,
ma non Posidone: furiosamente egli fu in collera
con Odisseo pari a un dio, finché non giunse nella sua terra.»

(Traduzione di Giuseppe Aurelio Privitera)

Invocazione alla Musa

Nel proemio dell’Odissea, parte iniziale del poema attribuito a Omero, troviamo subito la tradizionale invocazione a Calliope, la musa della poesia affinché ispiri il canto di Omero.

Narrami, o musa

Viene poi introdotto l’argomento del poema, cioè il ritorno di Odisseo (nome greco di Ulisse) verso la sua patria, Itaca.

 

Il protagonista

 

dell’eroe multiforme, che tanto
vagò, dopo che distrusse la Rocca sacra di Troia:
di molti uomini vide le città e conobbe i pensieri,
molti dolori patì sul mare nell’animo suo,
per riacquistare a sé la vita e il ritorno ai compagni.

 

Ulisse è definito l’uomo multiforme.

L’aggettivo multiforme deriva dal greco polytropos e significa sia “astuto” sia “che viaggia molto”.

Infatti l’eroe greco è famoso per aver ideato lo stratagemma del cavallo di legno grazie al quale i Greci riuscirono a sconfiggere Troia.

Inoltre viaggiò per molti anni prima di far ritorno al suo regno; egli vide molte città, conobbe diverse tradizioni e patì molti dolori lungo le vie del mare per sopravvivere e per garantire il ritorno ai compagni.

 

Altri personaggi

Ma i compagni neanche così li salvò, pur volendo:
con la loro empietà si perdettero,
stolti, che mangiarono i buoi del Sole
Iperione: ad essi tolse il dì del ritorno.

 

Purtroppo non riuscì a salvarli: per la loro profanazione morirono perché mangiarono i buoi del dio Sole Iperione, il quale non permise loro di ritornare a casa.

Racconta qualcosa anche a noi, o dea figlia di Zeus.

Omero invoca ancora una volta la musa Calliope.

Tutti gli altri, che scamparono la ripida morte,
erano a casa, sfuggiti alla guerra e al mare:
solo lui, che bramava il ritorno e la moglie,
lo tratteneva una ninfa possente, Calipso, chiara tra le dee
nelle cave spelonche, vogliosa d’averlo marito.

 

Gli altri eroi achei, che combatterono nella guerra di Troia e che scamparono la morte violenta, erano ritornati in patria.

Solo Ulisse, che desiderava ritornare a Itaca e dalla moglie Penelope, era trattenuto nelle grotte profonde  dalla ninfa Calipso, chiara tra le dee, innamorata dell’eroe.

E quando il tempo arrivò, col volger degli anni,
nel quale gli dei stabilirono Che a casa tornasse,
ad Itaca, neanche allora fu salvo da lotte
persino tra i suoi.

 

Col passare degli anni, quando giunse il momento in cui gli dei concessero il suo ritorno a Itaca, dovette combattere contro i Proci, giovani nobili aspiranti al trono di Ulisse.

Gli dei ne avevano tutti pietà,
ma non Poseidone: furiosamente egli fu in collera
con Odisseo pari a un dio, finché non giunse nella sua terra.

 

Tutti gli dei avevano pietà di lui, tranne Poseidone: questi era in collera con il divino Ulisse prima che arrivasse in patria perché aveva accecato il figlio Polifemo.

 

Buono studio!

Gabriella

 

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